Not(t)e di valzer

La sera di Capodanno, faticando a prendere sonno dopo un pomeriggio di infiniti pisolini, mi sono imbattuta nella replica del concerto della Filarmonica di Vienna.

Inizialmente ho ascoltato in maniera distratta, ma ben presto sono stata catturata dalla musica e soprattutto dal direttore d'orchestra, un omone in frac con un'espressività eccezionale!

Ho scoperto essere tale Christian Thielemann, uno dei più grandi direttori d'orchestra al mondo, massimo interprete del repertorio austriaco e tedesco (è un berlinese di 64 anni).

Da profana ho potuto godere appieno dello spettacolo, senza confronti né pregiudizi.

Thielemann ha diretto l'orchestra con ogni minima parte del suo corpo, mimando suoni e strumenti, piegandosi sulle gambe, facendo smorfie e ridendo con gli orchestrali, rendendo quella musica alla portata di tutti, anche di chi ne capisce poco come me, facendola quasi "toccare".
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È riuscito a stare al centro dell'attenzione senza tuttavia sovrastare i suoi maestri musicisti, anzi esaltando il loro operato con i suoi gesti, suonando la sua bacchetta assieme a loro! A dire il vero ha usato poco la bacchetta: ha sapientemente agitato le sue mani esaltando ogni attacco, ogni accento.

Ha reso i grandi classici divertenti, stemperando il clima serioso ed elegantissimo della Sala Dorata del Musikverein di Vienna, storica e meravigliosa sede del Neujahrskonzert der Wiener Philharmoniker.

Ho ascoltato una delle più emozionanti esecuzioni del valzer Sul Bel Danubio Blu, scandita dal battito di mani del pubblico in sala, incalzato del simpatico gigante che giocava a nascondersi sul palco, tra i fiori della scenografia.

Peccato aver visto solo la parte finale, chissà se la direzione è stata così animata fin dall'inizio...mi piace pensare che sì, sia stata proprio così. L'anno prossimo il nostro Riccardo Muti avrà un bel da fare con un tale predecessore!